venerdì 30 aprile 2010

CELLULARE DALLE BOTTIGLIE


Blue Earth è il primo telefono cellulare eco-friendly interamente touch, realizzato con plastica riciclata (PCM) e alimentato ad energia solare.



Sia il telefono, sia il caricatore sono privi di sostanze nocive, quali ritardanti di fiamma brominati, berillio e ftalati. Infine il pannello solare posto sul retro del telefono, consente, in caso di necessità, di ricaricare il telefono.

Blue Earth è dotato di un'interfaccia utente esclusiva, progettata per consentire la massima efficienza energetica grazie alla modalità di risparmio energetico, la durata della retro-illuminazione e il Bluetooth. Tra le funzionalità più innovative figura anche 'Eco walk', un software creato ad hoc che permette tramite il contapassi integrato di contare i passi, calcolando la riduzione nelle emissioni di CO2 ottenuta grazie allo spostamento a piedi invece che con trasporto motorizzato.

Samsung Blue Earth ha una fotocamera integrata da 3 MegaPixel consente di realizzare scatti molto nitidi da visualizzare sull’ampio schermo touch e da condividere tramite i diversi servizi di e-mail, MMS e video MMS.

giovedì 29 aprile 2010

BUFALE NUCLEARI

Secondo Enel, il nucleare è un business che per i due terzi è riservato alle imprese italiane. In realtà - a parte le norme sugli appalti di queste dimensioni che prevedono delle gare internazionali - gli impianti EPR proposti da Enel sono un affare solo per il costruttore francese a corto di ordinazioni. Non certo per l'economia italiana.

Enel cerca di imbonire le imprese italiane promettendo che il 70% degli investimenti per la costruzione di quattro reattori nucleari EPR sarà nella parte non nucleare (dunque non coperta da brevetti francesi) per un controvalore di circa 12 miliardi di euro.

Secondo le informazioni pubblicate dall'azienda elettrica francese EDF - alleata di Enel nel riportare il nucleare in Italia - risulta, invece, che gli investimenti nelle parti non convenzionali degli impianti EPR, ovvero le uniche che potrebbero riguardare le imprese italiane, non superano il 40% degli investimenti totali.

In un recente studio sul mercato inglese del novembre 2009, Citigroup, leader mondiale nei servizi finanziari, evidenzia che i rischi di costruzione, finanziari e operativi, sono eccessivi per gli investitori privati.

Enel, nonostante l'elevato debito netto pari a 54 miliardi di euro, dichiara di essere pronta a sostenere un costo per quattro reattori EPR tra i 16 e i 18 miliardi di euro, cioè tra i 4 e i 4,5 miliardi di euro a reattore. In un rapporto di novembre 2009 Citigroup afferma, invece, che i costi sono tra i 5 e i 6 miliardi di euro a reattore, con "l'alta probabilità che per i nuovi reattori saranno più alti di quelli previsti" e "i tempi di costruzione meno prevedibili in anticipo".

Ad oggi sono solo due gli EPR in costruzione nel mondo, uno in Francia e uno in Finlandia. In Finlandia, finora sono in costruzione solo le parti non nucleari (promesse alle imprese finlandesi) ed è un colosso francese – il gruppo Bougeys – che sta facendo la parte del leone. E la fa pure male, visto che ci sono stati due clamorosi blocchi dei lavori a causa delle saldature effettuate al di sotto degli standard di sicurezza: lo stop dell'agenzia finlandese di controllo, STUK, è arrivato nell'agosto del 2008 e ancora lo scorso ottobre.

Mentre Enel presenta i reattori EPR come un ottimo investimento, Areva, che gli EPR li costruisce, sta valutando se mettere sul mercato dei reattori meno sofisticati e più economici degli EPR, dopo aver perso un'importante commessa negli Emirati Arabi Uniti a favore di una sua rivale sudcoreana.

La propaganda di Enel sul nucleare continua, ma l'esperienza degli unici due EPR in costruzione in Finlandia e in Francia ha già ampiamente dimostrato che per questo tipo di impianti ritardi, problemi nella sicurezza e costi fuori controllo non sono un rischio ma una regola.